Descrizione
Il Barolo Mosconi di E. Pira e Figli di Chiara Boschis è ottenuto con la vinificazione in purezza del vigneto più vecchio facente parte dell’omonima proprietà situata a Monforte d’Alba. Il terreno è tipicamente Elveziano di formazione più antica. Si tratta di marne calcareo argillose con una colorazione che tende leggermente al grigio, che si alternano ad arenarie silicee. In alcune zone la presenza di calcio carbonato e ferro conferisce una nota cromatica più calda ed una leggera tendenza al rosa. Questi suoli, siti ad un’altitudine di circa 400mt slm., conferiscono grande struttura e caratteristiche tipiche del Barolo da lungo invecchiamento. Il colore è rosso bruno intenso; il profumo è generalmente molto aperto con sentori floreali, di frutta matura, ed alcune note speziate. In bocca si avverte la struttura maestosa di un vino saldo, asciutto e vellutato.
Nel 1980 il leggendario Gigi Pira, proprietario della cantina E. Pira di Barolo, scomparve senza eredi. Le due sorelle di Gigi erano amiche della famiglia Boschis-Borgogno e chiesero loro di dare una mano a produrre i vini. Nel 1981, Chiara, pur studiando ancora a Torino, convinse sua madre e suo padre a stipulare un mutuo per l’acquisto della cantina e dei vigneti di E Pira. Mentre Chiara finiva i suoi studi e la sua esperienza professionale a Torino, la sua famiglia si occupava della produzione di Pira. Nel 1990, tuttavia Chiara prese le redini dell’azienda vinicola E. Pira e, in contrasto con i secoli di vinificazione tradizionale della sua famiglia, intraprese un percorso audace e provocatorio, impiegando la vendemmia verde, fermentazioni più brevi e l’uso di piccole botti di rovere francese, conosciute come barriques .
Il suo primo vino, il Barolo Riserva Cannubi del 1990, fu subito un grande successo.
Chiara Boschis ha ora undici ettari di vigneti coltivati nei comuni di Barolo, Serralunga e Monforte d’Alba e conserva l’onore di essere stata il primo enologo femmina nelle Langhe. Ha gestito la tenuta essenzialmente da sola per vent’anni, ma dopo la vendita di Borgogno nel 2008, suo fratello Giorgio insieme a sua moglie Daniella e le loro tre figlie hanno raggiunto Chiara a E. Pira.
L’arrivo di Giorgio ha portato anche altri sviluppi a E. Pira: fin dai primi anni Chiara aveva ridotto la quantità di botti nuove per i suoi vini, prima all’80%, poi al 70% e poi solo al 50%, ma l’influenza tradizionalista di Giorgio ha spinto verso una riduzione ancora più massiccia. Nel 2008, l’affinamento in barriques per il Barolo era diventato 1/3 nuovo, 1/3 di un anno e 1/3 di due anni, e poi nel 2010 sono arrivati le primi grandi botti. La fermentazione alcolica avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata con lieviti indigeni e generalmente dura fino a due settimane. La malolattica avviene in acciaio, dopo di che il vino viene travasato in rovere per 24 mesi. Il Barolo non viene filtrato prima dell’imbottigliamento per mantenere il vino il più integro possibile.
Nei suoi vigneti, Chiara ha sempre lavorato senza fertilizzanti chimici, erbicidi o pesticidi, preferendo il percorso sostenibile della lotta integrata. Ma nel 2010 ha deciso di spingere le cose ancora più in là e ha iniziato la conversione per essere certificati biologici. L’annata 2014 è stata la sua prima come certificata; ma Chiara non si è certo fermata qui. Ha avviato un progetto chiamato Cannubi Bio, e dal 2015 aveva già convinto l’80% dei 26 produttori di Cannubi a lavorare in modo biologico